Perchè il tasso di cambio si muove?

Dobbiamo sapere che una valuta viene considerata nè più nè meno come fosse un qualunque altro bene, che quindi può essere comprato e/o venduto.

Immagina una valuta come se fosse del pane, oppure una lavatrice, o una pianta per il giardino.

Cosa succede al prezzo di un bene quando la “domanda” di quel bene continua a crescere e ad essere di gran lunga superiore all’offerta?

“Cosa succede al prezzo delle mele se prima del raccolto una grandinata ne diminuisse la produzione a fronte di una costante domanda?”

Semplice. L’offerta (i produttori che dovrebbero vendere le mele) non riuscirebbe a soddisfare la domanda (chi le mele dovrebbe invece comprale per venderle nel suo negozio). Di conseguenza, chi volesse quelle mele dovrebbe essere disposto a pagarle a prezzi di volta in volta superiori a causa della forte concorrenza che si creerebbe. Proprio come fosse un’asta al rialzo.

L’idea di base è che una valuta rispecchia lo stato di salute di quello stesso paese/area economica. Più un economia appare forte, più la sua valuta viene richiesta (viene considerata un buon investimento), e più il prezzo per scambiarla aumenta.

Ciò significa che anche le valute sono governate dalla legge della domanda e dell’offerta.

“Quali sono i fattori che ne determinano la maggiore o minore domanda?”

Tassi di interesse, bilancia commerciale, tasso di inflazione, tasso di disoccupazione, PIL, scorte di petrolio, riserve valutarie, e così via: sono molte le variabili che determinano la decisione di detenere una quantità maggiore o minore di quella valuta.

Nessuna preoccupazione: non dovremo diventare esperti di macroeconomia né conoscere l’evoluzione di queste variabili nel dettaglio. Tutto ciò che ci serve è sapere che per diverse ragioni i tassi di cambio si muovono.

Bene, i tassi di cambio si muovono. E allora?

Quali sono per noi le conseguenze di questi movimenti?

Conseguenze del movimento dei tassi di cambio

Immaginiamo di essere turisti, desiderosi di andare a farsi un giro negli USA e di avere quindi la necessità di scambiare 2000 euro in dollari USA.

Ormai sei in grado di rispondere:

“Sono più contento di sapere che il prezzo per lo scambio è pari a 1,2000 oppure a 1,3500?”

Pensaci un attimo. E prova a fare quel semplice calcolo che abbiamo già fatto in precedenza.

Euro 2000 = dollari?

2000 x 1,2000 = 2400 dollari

2000 x 1,3500 = 2700 dollari

Dalla banca all’interno della quale entriamo con i nostri 2000 euro per fare lo scambio, preferiresti uscirne con 2400 o con 2700 dollari?

Credo che la risposta sia superflua.

Ecco un valido motivo per cui sarebbe stato bello sapere di un futuro potenziale rialzo del tasso di cambio. Ciò ti avrebbe consentito di aspettare il momento giusto per effettuare la conversione, giusto!?

E se invece di essere un turista fossi un investitore?

E se fossi in grado di “prevedere” un incremento di domanda di una certa valuta?

Forse compreresti già oggi un po di quella valuta, così da poterla rivendere ad un prezzo (tasso di cambio) superiore e farci un profitto.

 

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