Lo spread tra titoli di debito

In questi ultimi anni la parola “spread” ha dominato le prime pagine delle riviste economiche. Spread in inglese è una parola che significa differenziale, ossia differenza tra due valori. Utilizzata nel contesto di titoli di stato sta ad indicare il differenziale tra rendimenti di due titoli della stessa natura ma emessi da stati diversi. È quindi una differenza tra i tassi d’interesse offerti dai due paesi. E perché è così rilevante?  Il tasso d’interesse oltre a rappresentare una misura del rendimento è anche misura del rischio. Lo stato è sempre il debitore più sicuro, tranne quando registra disavanzi di bilancio eccessivi rispetto alla sua capacità di generare PIL (debito/PIL è la variabile di rilievo per misurare la solidità finanziaria dello stato). In questi casi, per continuare a finanziarsi contraendo debito dovrà corrispondere tassi d’interesse maggiori a compensazione del maggior rischio che i suoi titoli presentano rispetto agli analoghi degli altri stati. E così lo spread si allarga e con esso il rischio paese. Uno stato insolvente è uno stato che non riesce a restituire i debiti contratti verso l’estero e coi suoi cittadini, bruciandone i risparmi. Per questo motivo non è auspicabile uno spread troppo ampio. Per calcolare questo differenziale si prende convenzionalmente a riferimento il rendimento offerto dal titolo decennale dello stato in esame e lo si confronta con quello equivalente dell’economia che in quel periodo storico mostra la maggior stabilità e i cui titoli sono quindi considerati a rischio nullo. Nel caso dell’Eurozona questo paese è la Germania. Quando si misura lo spread dei titoli italiani quindi lo si fa sul BTP e sull’analogo tedesco BUND: da qui la voce ricorrente “spread BTP/BUND”.

Dato che gli spread fanno riferimento a dei tassi d’interesse, siano essi calcolati tra titoli denominati in medesima valuta o in valuta differente come ad esempio tra titoli di stato USA (Treasuries) denominati in dollari e tedeschi (Bund) denominati in Euro, la connessione col valutario è fortissima. A determinare il differenziale tra titoli espressi in medesima valuta è meramente il premio al rischio (il titolo italiano più rischioso renderà più di quello tedesco meno rischioso), mentre tra titoli espressi in valuta differente

subentreranno altre variabili, tra cui il movimento futuro atteso del tasso di cambio. Il mercato valutario è strettamente legato alle dinamiche degli spread e, come detto precedentemente, quando la forbice del differenziale di tasso si allarga a favore di una valuta, a parità di rischio, la stessa otterrà più credito dal mercato apprezzandosi rispetto alla controparte. Il cerchio con quanto studiato nei paragrafi precedenti si chiude con la seguente affermazione: gli spread si modificano quando le banche centrali intervengono sui tassi d’interesse, determinando i movimenti valutari precedentemente analizzati. Come si vedrà in seguito il differenziale di tasso d’interesse tra due valute è anche detto swap concetto alla base delle operazioni di carry trade.(sarà approfondito nei capitoli successivi).

Punteggio Lettori
[Total: 0 Average: 0]
Commenta con Facebook