Ingrediente fondamentale di questo mestiere è la volatilità. Cos’è?

Una semplice possibile definizione di volatilità è “la rilevanza con cui i prezzi si modificano in un determinato lasso di tempo”.

In maniera più scientifica, la volatilità è una misura dello scostamento medio del prezzo nell’unità di tempo rispetto ad un valore centrale. La variabile statistica adibita alla sua misurazione è la deviazione standard, definita in tal modo:

In cui  𝑥̅  è la media di tutti i prezzi  𝑥𝑖 battuti nel frangente temporale di riferimento.

Nel Forex in ogni attimo si stabilisce un prezzo in base al quale calcolare lo scambio valutario, che come per ogni bene varia a seconda della legge economica universale, quella della domanda e dell’offerta. Quando i prezzi si scostano l’uno dall’altro in misura notevole e repentinamente allora si può affermare che in quel frangente il mercato è volatile. In tal caso 𝜎 assumerà valori elevati, che saranno invece minori in situazioni di bassa volatilità.

Una misura più rudimentale di volatilità è il range della candela, ossia la differenza tra massimo e minimo. Un utile indicatore presente di default su MT4 e sulle altre principali piattaforme è l’ATR – Average True Range – atto a misurare il range medio di n candele a ritroso nel tempo scelte arbitrariamente attraverso il parametro impostabile nella finestra di settaggio. Lo stesso avrà la forma simile a quella di un oscillatore in un pannello ad hoc sotto al grafico dei prezzi: quando la linea che lo rappresenta sale il mercato sta attraversando una fase di volatilità espansiva secondo i parametri impostati, mentre quando scende una fase di volatilità restrittiva. L’ATR restituisce un valore medio in PIPS e non in percentuale, quindi il valore di output rappresenterà i PIPS in media effettuati dal prezzo relativamente ai periodi dell’arco temporale selezionato che nell’esempio sotto sono 14.

Per completezza si sottolinea come vi siano altri importanti strumenti grafici utili all’analisi qualitativa di volatilità, come le bande di Bollinger e l’indicatore ADX, il cui dettaglio esula però dal raggio d’azione di questo manuale. Nel nostro contesto occorre sapere che misurare la volatilità attraverso l’ausilio dell’ATR potrebbe essere utile a capire quali strategie operative sia più opportuno utilizzare in un determinato momento, se quelle di breakout ad esempio, senz’altro più adatte in situazioni di alta volatilità (linea dell’indicatore ATR elevata o che converge verso l’estremo superiore) piuttosto che quelle di swing su supporti e resistenze, più idonee invece in situazioni di bassa volatilità (linea dell’indicatore ATR bassa o che converge verso l’estremo inferiore).

In linea di massima volatilità è sinonimo di opportunità. Infatti in una situazione ipotetica di totale assenza di volatilità non si potrebbe trarre alcun profitto dall’attività di trading. È anche però vero che situazioni di eccessiva volatilità rendono il trading più rischioso e caotico.

Cosa determina la volatilità media di uno strumento finanziario? Sicuramente la sua liquidità.

È un principio generale quello per cui al diminuire della liquidità aumenta la volatilità. I Cross sono normalmente più volatili delle Major (cambi con il dollaro dentro) in quanto meno liquidi. L’idea è che quando a fare il prezzo sono in pochi, ossia il volume delle transazioni è minore, il prezzo possa cambiare valore più repentinamente ed in misura maggiore. Ne deriva quindi che i cambi più transati, cioè i più liquidi, siano anche i più stabili, i più schematici e i meno rischiosi.

Punteggio Lettori
[Total: 1 Average: 5]
Commenta con Facebook