Procediamo ora con la descrizione di tali figure partendo da quelle più semplici, quelle in cui a fornire indicazione esaustiva è un’unica candela che però si forma su livelli importanti (per dettagli su supporti e resistenze vedi prossimo paragrafo) o al potenziale termine di un ciclo. A prescindere dalla nomenclatura (si troveranno varie denominazioni per la stessa cosa in giro per il web, o a volte denominazioni invertite) occorrerà capire in ottica previsionale la logica sottostante ad un movimento e cosa spinge, o può spingere, compratori e venditori ad effettuare le operazioni che sono poi sintetizzate nelle candele giapponesi che osserviamo.
Hammer
Uno dei pattern più conosciuti ed utilizzati è l’Hammer, che mutua il nome dalla omonima candela che lo caratterizza, la lower shadow vista sopra. Tende a formarsi alla fine di un trend ribassista, preannunciando un’inversione spesso molto marcata. La sua affidabilità aumenta sui timeframe più alti, specialmente quando si forma su un supporto o su una media mobile importante, mentre gli indicatori indicano uno stato di ipervenduto13 e la candela è di colore verde (rialzista); è ancora più potente se l’ombra inferiore segna un nuovo minimo: in tal caso avremo il fenomeno del falso breakout di un livello precedente, situazione in grado di conferire maggior potenza alla conformazione. Come vedremo poco più avanti insieme con il suo gemello Shooting Star è una delle figure più rilevanti nell’ambito delle strategie di Price Action.
Il trend prima scende, poi si forma l’Hammer, poi riprende a salire.
A livello operativo si può posizionare un buy stop 2 pips sopra il massimo della candela in esame con stop loss 2 pips sotto il minimo.
Il Risk/Reward normalmente consigliato è di 1:1, ossia per ogni unità di rischio un’unità di rendimento almeno. Ad esempio se la distanza tra EL e SL è di 60 pips la distanza tra TP e EL deve essere di almeno 60 pips. Naturalmente andare anche oltre sarebbe ancora meglio.
